Formato: boccetta 45 ml in vetro
Stilografica della prova: Kaweco AC Sport LE (M)
Carta: Muji, quaderno spirale A5

Il nero è nero. Oppure: i neri sono tutti uguali. Beh, in linea teorica sì, ma in pratica qui stiamo parlando del mondo fisico degli inchiostri per stilografiche, e non di quello metafisico e perfetto. E poi, gli esquimesi non sono forse famosi per il fatto di saper riconoscere e dare decine di nomi diversi alle sfumature di quello che noi chiamiamo semplicemente «bianco»? E anche se qui stiamo parlando adesso di un nero, la questione non è molto differente: questo è il nero che viene spesso citato come «il più nero» che si possa usare in una stilografica e che in effetti, se non lo è, ci si avvicina molto.

Piccola nota personale: probabilmente l’ultima volta che ho usato seriamente il nero per scrivere è stato alle scuole elementari, per cui il mio acquisto di questo Aurora Black è più che altro dovuto ad una mia curiosità personale verso il colore, piuttosto che al pensiero che avrei mai potuto usarlo quotidianamente. Però devo dire che, anche dal punto di vista di un affezionato utilizzatore di blu, mi è piaciuto il risultato di questa mia curiosità. Aurora Black è veramente nerissimo e piuttosto coprente. Ovviamente non è un buco nero, per cui le «tonalità» di luce che ci tornano indietro appartengono principalmente alle lunghezze d’onda blu dello spettro. Il risultato è un nero «vellutato» con leggeri riflessi argento.

È un inchostro molto piacevole da utilizzare, con un flusso abbondante e un’ottima lubrificazione. Nonostante questa abbondanza, si comporta comunque decentemente anche su carte «così così».

In conclusione si può dire che Aurora Black mi abbia fatto riscoprire il nero. Questo è un inchiostro che devo dire carico molto volentieri sulla mia Kaweco AC Sport LE, trovo che stia molto bene con le finiture nere e rosse di quest’ultima.

Vi lascio con una lettera gotica tracciata con l’Aurora Black caricato in una Pilot Parallel Pen da 6 mm su carta Clairefontaine da 90 g/m².