Lamy Safari

Stilografiche
Saturday, 19 July 2014
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Non è facile, per un profano come me, scrivere una recensione della Lamy Safari, probabilmente la stilografica più recensita di sempre, e da persone più competenti di me. Ma siccome le penne sono strumenti di scrittura individuale, individualmente scriverò comunque le mie impressioni. Anche perché è esattamente questa penna che mi ha fatto riscoprire il mondo delle stilografiche.

Caratteristiche fisiche

La Safari è una stilografica in plastica piuttosto economica (viene venduta a circa 15-18 euro), che si presenta con un design veramente originale che mi ha sempre ricordato oggetti che vedrei bene in uno studio di architetti. La clip metallica di grandi dimensioni sul cappuccio, la finestrella per vedere il livello residuo di inchiostro, e la sezione sfaccettata per accogliere le dita della mano durante la scrittura sono elementi caratterizzanti di questo modello, che viene venduto in molti colori e con vari pennini diversi, dall’extrafine fino all’obliquo BB. Se il design non si può definire forse elegante, certamente è interessante e dallo stile spiccatamente industriale. La Safari può utilizzare cartucce d’inchiostro dal formato proprietario Lamy, oppure uno dei due converter di Lamy (Z24 o Z26, non in dotazione con la penna) per l’uso con l’inchiostro in boccetta.

In uso

La Safari è una stilografica di dimensioni medio-grandi che può essere usata bene anche da chi ha mani di dimensioni più abbondanti (o lunghe, come nel mio caso), senza doverla necessariamente «allungare» durante l’uso fissando posteriormente il cappuccio.

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Essendo completamente in plastica (pennino escluso, ovviamente), è molto leggera sia da utilizzare che da portarsi appresso. Forse troppo leggera, per alcuni. Io stesso ho iniziato a preferire giusto un po’ di peso in più. Per quello che riguarda le prestazioni, ho avuto modo di usare due Safari e tre pennini diversi (due medi ed uno fine), e devo dire che se la stilografica in generale si comporta molto bene, con un bel flusso costante di inchiostro; i pennini invece hanno mostrato una variabilità un po’ spiacevole. Il mio primo medio scriveva infatti come un largo, e forse anche qualcosa di più, il secondo medio era ok, mentre il fine che uso adesso scrive come il medio (ed è molto meno liscio e scorrevole sul foglio). Non è proprio la consistenza che mi aspettavo di vedere, considerato anche che Lamy usa questi stessi pennini anche su modelli molto più costosi.

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Un altro aspetto da puntualizzare è la forma «ergonomica» della sezione. Questa obbliga ad impugnare la stilografica in quella che, in effetti, sarebbe la posizione più corretta delle dita, ma che alcuni potrebbero trovare fastidiosa. Io, ad esempio, tendo a ruotare leggermente verso destra il corpo della penna durante la scrittura, con il risultato di piantarmi nel polpastrello uno degli spigoli presenti. Dopo un po’ non è il massimo.

In conclusione

Per 15-18 € la Lamy Safari è un’ottima ed affidabile stilografica, incrociando un po’ le dita sul pennino, che viene venduta in una gran varietà di colori brillanti. È disponibile anche in una variante con il corpo trasparente chiamata Vista (molto bella, l’ho posseduta prima di regalarla a mio cugino), e in una gamma «sorella» con il fusto in alluminio di vari colori chiamata All star. L’unica cosa che può non piacere veramente della Safari e l’impugnatura ergonomica, per cui se potete provatela prima dell’acquisto nel caso siate in dubbio.

Segue prova scritta male e digitalizzata peggio.

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